Download http://bigtheme.net/joomla Free Templates Joomla! 3
Home / Approfondimenti / Intervista al Direttore Generale Filippo Trifiletti

Intervista al Direttore Generale Filippo Trifiletti

MarchioACCREDIA-300x133Filippo Trifiletti interviene sul tema della certificazione strumento al servizio dell’impresa per la semplificazione del rapporto con la PA.

La burocrazia rappresenta ancora un costo troppo gravoso per le imprese. Qual è la vostra proposta?

Il Rapporto realizzato da ACCREDIA e CENSIS nel 2015 sulla semplificazione amministrativa è partito proprio da questo punto. Oggi le imprese italiane individuano tra le maggiori criticità il loro rapporto con la burocrazia, ancora segnato da complessità delle procedure, lungaggini, duplicazioni di controlli spesso eseguiti senza un coordinamento; un costo che incide per il 24,2% sui costi aziendali. Sono almeno 16 le strutture amministrative che sovraintendono alle ispezioni sulle imprese, ciascuna delle quali con competenze multiple e talvolta operanti contemporaneamente sugli stessi aspetti. Nel 2013 il sistema produttivo italiano, per rispondere alle verifiche, ha pagato un prezzo di 369 milioni di euro e per seguire un accertamento del fisco una media azienda ha impiegato circa 16 ore.
Per questo, dai focus group attivati per la ricerca col CENSIS, che hanno coinvolto organizzazioni imprenditoriali e organismi di certificazione, è emersa la richiesta da parte delle imprese di semplificare il rapporto con la Pubblica Amministrazione. E su questo aspetto, la certificazione rilasciata da organismi accreditati può rappresentare una soluzione.

Come? Ce lo può spiegare?

Un’azienda che decide di ricorrere alla certificazione volontaria è consapevole che sta alzando l’asticella, creando un’aspettativa crescente nei confronti dei clienti privati o della Pubblica Amministrazione. Le aziende certificate sono più controllate e quindi mediamente più affidabili. Un’impresa ottiene infatti la certificazione del proprio sistema di gestione solo se riesce a dimostrare un impegno teso al rispetto delle prescrizioni connesse alla legislazione vigente nello specifico settore in cui opera, qualunque esso sia, venendo poi controllata, almeno una volta l’anno, da ispettori dell’organismo che opera sotto accreditamento. Risulterebbe conveniente, pertanto, premiarle con una riduzione della frequenza delle ispezioni, evitando possibili duplicazioni, e semplificando il rilascio di autorizzazioni. A tutto vantaggio delle imprese stesse e della PA.

Ecco, quali sono i vantaggi per la PA? Perché converrebbe favorire le imprese certificate?

Premiare le imprese che decidono di autodisciplinarsi ricorrendo alla certificazione sotto accreditamento permetterebbe alla PA di ridurre in maniera rilevante i costi per i controlli, razionalizzandoli e concentrandoli verso quelle imprese che presentano una rischiosità maggiore. Oggi la PA ha difficoltà a garantire controlli quantitativamente adeguati – soprattutto in fase di prevenzione – sia a causa delle misure di spending review, sia perché diminuiscono sempre più le risorse tecniche a sua disposizione in grado di svolgere questo delicato compito. Qualche dato a conferma di questo scenario: negli ultimi 5 anni i controlli da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Ministero del Lavoro, INPS, INAIL, Nuclei Speciali dei Carabinieri) sul lavoro si sono ridotti del 27% e il personale preposto si è contratto dell’11%; le imprese ispezionate sono passate dalle oltre 300.000 del 2009 a poco più di 220.000 nel 2014 e, sempre nello stesso periodo, il personale preposto alle attività ispettive è sceso da circa 4.000 a 3.440 unità. Persino sulla sicurezza sul lavoro, tema assai sensibile, non si è riusciti a invertire il trend: in un anno le imprese controllate sono state meno del 7% e se lo Stato volesse controllarle tutte, senza tornare sulle imprese già ispezionate, impiegherebbe addirittura 15 anni!
Anche per questo le organizzazioni imprenditoriali da noi coinvolte ritengono auspicabile orientare le ispezioni secondo criteri oggettivi di valutazione del rischio, legati al possesso di certificazioni volontarie.

Sul lavoro sembrano esserci numeri interessanti

Esattamente. Le stime elaborate da ACCREDIA e CENSIS ci mostrano che se tutte le aziende italiane fossero certificate con un sistema di gestione per la sicurezza sui luoghi di lavoro OHSAS 18001, si potrebbero avere 80.000 incidenti all’anno in meno, con un risparmio di costi sociali che sfiorerebbe i 4 miliardi di euro. Di questi, circa 1,1 miliardi riguarderebbero il settore delle costruzioni, 410 milioni quello tessile, 300 la metallurgia e 270 i trasporti. Una dimostrazione, dati alla mano, che la certificazione volontaria abbassa notevolmente la rischiosità delle imprese rispetto a quelle che certificate non sono. E questo si potrebbe estendere anche ad altri settori, come quello della tutela ambientale e della sicurezza delle informazioni.

About Redazione aicq

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.