Dalle riunioni di Padova dell’ISO/TC 207, coordinate da CESQA (Centro Studi Qualità Ambiente dell’Università di Padova) in rappresentanza di UNI, sono state poste le basi per una importante evoluzione nel campo dell’LCA (Life Cycle Assessment, la valutazione del ciclo di vita, cioè il metodo che valuta l’interazione di un prodotto o un servizio con l’ambiente, dalla sua produzione alla sua dismissione).
Due in particolare i punti di rilievo emersi nel corso di queste tre giornate di incontri.
Il primo riguarda l’evoluzione della norma ISO 14044 (nel catalogo nazionale: UNI EN ISO 14044 “Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Requisiti e linee guida”), cioè la norma di riferimento nell’ambito del Life Cycle Assessment. E’ stato infatti stabilito di sviluppare un Amendment (che quindi farà parte integrante della norma stessa) che affronti alcuni contenuti specifici e ne chiarisca quegli aspetti che, a tutt’oggi, evidenziano alcune ambiguità.
“Ad esempio“, dichiara Alessandro Manzardo di CESQA, coordinatore del Gruppo di lavoro UNI sulla gestione ambientale di prodotto, “all’Italia sono molto cari i temi della PCR (Product Category Rules, n.d.r.) e quello della comparabilità dei prodotti. Si tratta di argomenti che suscitano molto dibattito, specie nel settore food“.
Togliere incertezze e ambiguità a questi concetti risponde a un’esigenza particolarmente pressante che viene dal mercato.
Il secondo punto riguarda “gli strumenti da sviluppare per favorire la diffusione e la comprensione della ISO 14044“, continua Alessandro Manzardo. “Lo strumento individuato è la specifica tecnica – per via degli argomenti innovativi che tratta – e conterrà requisiti e linee guida di applicazione dell’LCA“.
Ma quale sarà il rilievo di questa technical specification?
“Un rilievo di prim’ordine. Sarà un documento molto importante perché per le aziende che non ne terranno conto sarà più difficile provare la corretta applicazione della ISO 14044“.
Insomma, chiunque faccia uno studio LCA dovrà conoscere questo documento e applicarne le procedure suggerite. Uno strumento utile, quindi, e anche di grande semplificazione per chi opera nel settore.
“L’impatto sul mercato“, prosegue Alessandro Manzardo, “è destinato ad essere notevole. Dalle aziende ai consulenti, sino agli stessi organismi di certificazione: tutti saranno ovviamente molto interessati a questa evoluzione. Senz’altro le attività di verifica, controllo e certificazione di conformità risulteranno intensificate“.
Nell’immediato si partirà con un New Work Item Proposal (NP), cioè “un documento preliminare che definisce nel dettaglio ragioni, contenuti, obiettivi attesi e applicabilità del nuovo TS che ISO intende sviluppare. Questo verrà vagliato dall’SC 5 (il sottocomitato internazionale che si occupa di Life cycle assessment, n.d.r.). Ad ogni modo già in questi giorni il consenso è stato ampio e questi lavori riscuotono una generale approvazione“.
Il dato veramente rilevante è però anche un altro, e Alessandro Manzardo lo sottolinea con giustificata soddisfazione: “il coordinamento del New Work Item Proposal è stato affidato all’Italia. Io, con il contributo del Gruppo di Lavoro UNI, avrò il compito di coordinare tutti i colleghi dell’ISO per fare in modo che entro il prossimo anno sia completata una proposta e che sia condivisa dai diversi Paesi. Questo conferma il ruolo importante e significativo che l’Italia è stata capace di ritagliarsi in questo ambito. E se il New Work Item Proposal avrà successo, sarà un grande passo in avanti per tutti”.
Fonte: UNI