Le imprese italiane hanno bisogno di una marcia in più per compensare i maggiori costi e gli oneri burocratici che zavorrano la loro concorrenzialità rispetto a chi opera in altri sistemi economico/amministrativi: una ricerca IRS – Istituto per la Ricerca Sociale mette in evidenza l’impatto economico, organizzativo e concorrenziale di uno strumento disponibile da quasi 100 anni ma non ancora adottato sistematicamente.
Si tratta delle norme tecniche consensuali (le cosiddette “norme UNI”), il cui uso può fare aumentare fino a un massimo del 14,1% il fatturato, investendo ogni anno al massimo lo 0,002% del fatturato stesso per l’acquisto e lo 0,007% per la formazione e/o consulenza necessarie al loro migliore utilizzo.
È quanto emerge da uno studio sui benefici economici della normazione presentato il 18 novembre scorso al Circolo della Stampa di Milano e che riguarda in particolare tre settori:
quello degli ascensori (dove la produzione non può prescindere dalla normazione tecnica, anche europea, e in Italia ne sono installati quasi 1.000.000), quello delle macchine utensili per la lavorazione dei metalli e quello dell’arredamento per case e uffici (entrambi caratterizzati da un fortissimo “Made in Italy”).
Secondo Bruno Dente – consulente scientifico IRS – “la semplificazione da tutti richiesta a gran voce è una gara in salita, che rischia di scivolare nella totale deregolamentazione: da questa ricerca emerge che le imprese hanno bisogno di regole, purché siano, tecniche, volontarie e consensuali. Le regole infatti sono utili a condizione che siano semplici per gli utilizzatori e siano capaci di adattarsi ai mutamenti del mercato: le norme tecniche UNI soddisfano entrambe le condizioni”.
Dallo studio IRS emergono prima di tutto le aree di benefici “qualitativi” derivanti dall’uso delle norme UNI delle quali sono comuni a tutti i settori interpellati:
· facilitazione del rispetto dei requisiti di sicurezza di legge (in particolare per gli ascensori: 96,6% di accordo),
· maggiore accesso ai mercati esteri (in particolare per l’arredamento: 83,9% di accordo),
· semplificazione dell’attività di impresa,
· riduzione del rischio di incidenti sia sul lavoro che per gli utilizzatori,
· influenza positiva sull’esito di eventuali contestazioni giudiziarie.