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L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo

foto accrediaL’accreditamento, insieme alla vigilanza sul mercato che spetta alla Pubblica Amministrazione, è uno dei pilastri su cui poggia il Mercato Unico, a disposizione dei Governi per sviluppare politiche economiche efficaci, e delle imprese per competere. Uno strumento utile per facilitare i flussi commerciali nonostante le crescenti tendenze protezionistiche.

Sono questi i risultati dello Studio dell’Osservatorio ACCREDIA “L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo”, realizzato da ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e presentato l’11 maggio scorso a Roma nella cornice del convegno “Dalla Brexit a Trump, ritorno al protezionismo? Nuovi scenari per le imprese e il ruolo della certificazione”.

Organizzato in occasione dell’Assemblea dei Soci di ACCREDIA, l’incontro, aperto dai saluti del Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico Antonio Gentile, ha proposto un confronto tra i rappresentanti del mondo delle imprese e delle istituzioni sui futuri scenari economici alla luce delle minacce protezionistiche che incombono sui mercati e sul ruolo delle certificazioni accreditate per la circolazione di beni e servizi all’interno del Mercato Unico.

Secondo la Commissione Europea, la creazione del Mercato Unico, la più grande area di libero scambio al mondo con 6.000 miliardi di euro di valore di scambi intra UE (fonte Eurostat), ha incrementato il commercio all’interno dell’UE di circa il 15% all’anno nell’ultimo decennio, generato una crescita dell’1,8% negli ultimi 10 anni e creato 2 milioni e mezzo di posti di lavoro.

Ha inoltre stimolato la produttività e ridotto i costi, grazie all’abolizione delle formalità doganali, all’armonizzazione delle norme tecniche, che hanno consentito scambi transfrontalieri più facili e ridotto i prezzi delle merci. L’UE è infatti il primo esportatore al mondo di manufatti e servizi ed il più grande mercato di importazione per oltre 100 Paesi.

La certificazione accreditata, grazie anche agli Accordi di mutuo riconoscimento di cui è firmataria ACCREDIA, rappresenta il passaporto per facilitare tale circolazione di beni e servizi nel Mercato Unico.

Delle circa 1,5 milioni di certificazioni rilasciate nel 2015 (fonte ISO), circa 600mila sono state rilasciate in Europa e oltre 160mila in Italia. Il nostro Paese si colloca al primo posto nell’Unione Europea, con il 26,2% del totale e al secondo nel mondo, dopo la Cina.

Anche l’aumento del fatturato delle attività condotte in Italia dagli Organismi di certificazione, ispezione e verifica – che nel 2015 ha superato i 2 miliardi di euro, di cui 400 milioni provenienti dalle attività svolte sotto accreditamento – evidenzia come, anche durante gli anni della crisi, il sistema delle certificazioni abbia continuato a crescere e a rappresentare uno strumento utile per le imprese per migliorare la propria efficienza e investire nella qualità.

“Crediamo che il nuovo modello di governance che l’Unione europea dovrà darsi per affrontare le crescenti sfide e le minacce al libero scambio di beni e servizi potrà continuare ad avere al centro l’accreditamento, gli standard condivisi e il mutuo riconoscimento delle attestazioni di conformità. Sono questi gli elementi che hanno supportato la crescita all’interno dell’Unione europea e la creazione di nuove opportunità di sviluppo”, ha dichiarato il Presidente Giuseppe Rossi.

“Il sistema dell’accreditamento e il rispetto delle norme tecniche sono oggi un valore per cittadini e imprese, ma anche uno strumento a disposizione dei Governi per sviluppare politiche economiche e industriali efficaci. Basti pensare – ha spiegato Rossi – al CETA, l’Accordo economico e commerciale siglato da Unione europea e Canada, che prevede un Protocollo relativo al mutuo riconoscimento dei risultati delle valutazioni di conformità che consentirà di rafforzare lo scambio commerciale tra queste due realtà”.

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