Nel 2018 ricorrono dieci anni dalla pubblicazione del Regolamento 765/2008 che ha gettato le basi dell’accreditamento in Europa. La Commissione europea di recente ha tracciato un bilancio di questi dieci anni e l’Italia risulta essere il primo Paese per numero di organismi notificati. Ci aiuta a leggere questo dato in termini di riconoscimento per il lavoro svolto da Accredia?
Tradotto in parole povere vuol dire che l’Italia gioca un ruolo importante nel consolidare, attraverso le valutazioni di conformità rilasciate dagli organismi e laboratori accreditati, la realizzazione del mercato unico a vantaggio delle imprese e dei consumatori europei. Nel 2017 è stata confermata la crescita del numero di organismi notificati alla Commissione europea e agli altri Stati Membri grazie anche all’accreditamento rilasciato da Accredia in ragione di specifiche Convenzioni siglate con diversi Ministeri.
Con riferimento alla nostra attività, parliamo di 262 notifiche registrate nel database comunitario NANDO (New Approach Notified and Designated Organisations), con l’autorizzazione ministeriale supportata dall’accreditamento.
Questo dato indica dunque un altro aspetto importante: la stretta collaborazione tra Accredia e la Pubblica Amministrazione con la conseguente “delega” di quest’ultima all’Ente unico di accreditamento italiano in molti ambiti. Assolutamente un traguardo importante per Accredia, specie se si pensa che appena sei anni fa il numero prima citato era pari a zero. In questo quadro positivo quello che ancora manca a livello europeo, e quindi nazionale, è un pacchetto di norme sanzionatorie che vadano a colpire i sedicenti organismi che spacciano il servizio di accreditamento come legittimo, non avendone il riconoscimento.
Questo sarà un anno importante anche per Accredia i cui Soci saranno chiamati a rinnovare gli Organi sociali. A che punto è l’Ente a quasi dieci anni dalla sua costituzione e designazione governativa?
E’ stato fatto un gran lavoro in questi anni e non mi riferisco a quelli della mia Presidenza bensì a quella del mio predecessore, Cav. Lav. Federico Grazioli. In Italia affermare un sistema complesso come quello dell’accreditamento con un’unica entità, sintesi di tre Enti nati precedentemente, non era un’operazione scontata sebbene prevista dalla Legge. Sul piano istituzionale si è consolidata la collaborazione con la Pubblica Amministrazione che, come dicevo prima, è ricorsa ad Accredia per qualificare organismi e laboratori in ambiti precedentemente di sua esclusiva competenza. Un esempio su tutti la recente Convezione con il Ministero dello Sviluppo economico per qualificare gli organismi chiamati a effettuare le verifiche di sicurezza sugli impianti di messa a terra e quelli impegnati nella verificazione periodica degli strumenti di misura utilizzati nelle transazioni commerciali.
Inoltre, abbiamo seguito con molta attenzione la redazione del nuovo Codice Appalti fornendo suggerimenti tecnici che l’ANAC sta recependo puntualmente nelle Linee guida di applicazione. I prossimi mesi saranno dedicati proprio all’altro passaggio importante, ossia quello di formare le stazioni appaltanti sui temi dell’accreditamento e delle certificazioni.
Sul piano della comunicazione, ci auguriamo che il nuovo portale, rivisto nella grafica e nei contenuti, possa rappresentare il punto di partenza per avvicinare sempre più il mondo della conformità a istituzioni, imprese e cittadini.
L’accreditamento è uno strumento che ormai è entrato nelle policy del Legislatore comunitario e nazionale per infondere fiducia nella PA, imprese e consumatori. Quale messaggio possiamo dare ai vostri interlocutori considerando che a breve ci sarà un nuovo Parlamento nazionale, mentre l’anno prossimo si eleggerà quello europeo?
Nel 2016 il fatturato degli organismi di certificazione, ispezione e verifica derivante dalle attività di valutazione della conformità era pari a 2,6 miliardi di euro. Si tratta di cifre in costante aumento, anche in virtù di nuove certificazioni che si stanno affermando, come ad esempio quelle per i sistemi di gestione dell’energia (UNI CEI EN ISO 50001) che sono passate da 12 a oltre 2000 nell’arco di due anni, dal 2015 al 2017.
Tutti questi dati, insieme a quelli altrettanto positivi per i laboratori di prova e taratura, dimostrano che il sistema sta crescendo, sia in termini di fiducia nello strumento sia in termini di attività dei soggetti accreditati. E quindi ritengo sia necessario continuare a sostenerlo quale strumento di garanzia per favorire la circolazione sul mercato di beni e servizi sicuri e sostenibili.
Peraltro anche la nostra continua partecipazione a progetti internazionali come i Twinning per il sostegno alla realizzazione del sistema dell’accreditamento in paesi in via di sviluppo, è un’ulteriore conferma della credibilità del nostro sistema di accreditamento e della sua utilità.
Fonte: Accredia