Nel corso degli anni gli approcci alla smart city sono stati numerosi e spesso le stesse Istituzioni o i singoli progetti avviati hanno affrontato il concetto con modalità differenti. Se inizialmente una città veniva definita smart solamente in base al suo livello di sviluppo tecnologico e digitale, con la strategia “Europa 2020”, l’Unione europea ha individuato ulteriori declinazioni, comprendendo nel concetto di “città intelligente” anche la qualità della vita, l’ambiente, la salute, la sicurezza, l’inclusività, la partecipazione attiva del cittadino alla programmazione e alla gestione dei cambiamenti della società in cui vive e lavora.
Ancora oggi il concetto di smart city è in continua evoluzione. Si fa strada l’idea che una città, per essere competitiva, non possa basarsi solo su beni e servizi materiali, ma anche su beni intangibili come la disponibilità e la qualità della partecipazione sociale, oppure la presenza di un modello di governance aperto e condiviso che gestisca in modo organico tutti i fattori di sviluppo.
Considerata la multiforme identità che va acquisendo la città intelligente si rende necessario un set di indicatori per valutare il suo livello di smartness. Nelle diverse analisi e classificazioni svolte negli anni il numero dei fattori presi in considerazione è andato via via moltiplicandosi approfondendo sempre più le tematiche connesse allo sviluppo sostenibile.
È un fatto che la maggior parte degli indicatori che contribuiscono a rendere smart una città sono oggetto di valutazioni di conformità accreditate. Queste riguardano tutti i prodotti e i servizi con cui i consumatori si confrontano quotidianamente e che costituiscono delle leve di crescita intelligente per una città: dall’ambiente ai trasporti, dalle costruzioni all’energia, dalla sanità alla formazione, fino ai controlli sulla sicurezza alimentare, o delle prove di laboratorio sulla conformità merceologica.
In particolare, l’accreditamento porta vantaggi concreti all’intero sistema socio-economico e l’applicazione di standard internazionali di accreditamento e valutazione della conformità riduce l’esigenza di legislazione nazionale aggiuntiva alleggerendo il carico di burocrazia per le amministrazioni locali. Questa forma di agilità delle amministrazioni è propedeutica allo sviluppo di leve di crescita sostenibile e per attuare politiche smart; ciò è tanto più vero in contesti urbanizzati complessi come le city.
Analizzando la diffusione territoriale delle certificazioni accreditate emerge la positiva percezione del loro valore da parte del mercato anche nell’ambito della smart city. Infatti nei territori dove la governance è maggiormente impegnata nello sviluppo sostenibile della città e della comunità, il numero delle valutazioni di conformità risulta maggiore. Le regioni in cui si concentrano le certificazioni accreditate (di sistema di gestione) e gli accreditamenti (di laboratori di prova e di taratura) risultano quelle che accolgono le città più smart secondo i risultati del rapporto ICityRate del 2018 (“ICity Rate 2018 – La classifica delle città intelligenti italiane, settima edizione” – Ottobre 2018, Realizzata da FPA).
In un contesto di crescente complessità, come quello che caratterizza le smart city, diventa sempre più importante poter contare su strumenti che offrono garanzie sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti e dei servizi acquistati. Questa esigenza è ancora più cruciale in settori sensibili, nei quali deve essere assicurato il rispetto di principi di interesse generale come la tutela della salute dei consumatori e la protezione dell’ambiente. Per questo, nel quadro delineato, i servizi accreditati rappresentano una risposta efficace.
Tra questi sono molti quelli che apportano un beneficio diretto alle comunità urbane in un’ottica di sostenibilità. Per esempio, i sistemi di gestione consentono di generare e costruire consenso intorno al concetto di sviluppo sostenibile con riferimento alla qualità dei processi, all’ambiente, alla sicurezza sul lavoro. Le organizzazioni certificate possono contribuire a migliorare gli indicatori di smartness della città, riducendo gli inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo; diminuendo la produzione di rifiuti attraverso politiche di economia circolare, migliorando la performance energetica, promuovendo servizi di sharing mobility, migliorando il profilo tecnologico delle amministrazioni pubbliche e dei privati.
In un percorso di sostenibilità per la città, anche la sicurezza alimentare va via via acquisendo sempre maggior rilevanza. L’attenzione, rivolta inizialmente alla garanzia degli approvvigionamenti, intesa come una quantità di cibo adeguata a soddisfare i bisogni essenziali (food security), si è sempre più focalizzata sulla garanzia di sicurezza igienico-sanitaria (food safety), ovvero all’assenza di impatti negativi sulla salute del consumatore. Le misure adottate per prevenire, eliminare o ridurre a livelli accettabili i rischi per la salute umana e per gli animali (siano essi rischi diretti o veicolati dall’ambiente), sono verificate mediante prove di laboratorio, così da garantire la sicurezza degli alimenti. Altre prove svolte sugli alimenti possono essere finalizzate alla tutela degli interessi dei consumatori, ad esempio al fine di garantire i prodotti di qualità come i DOP, IGP, STG.
Ai fini dell’efficacia delle azioni intraprese da parte delle organizzazioni tese alla sostenibilità, la misurazione dei risultati riveste un ruolo di cruciale importanza. In questo senso i laboratori di taratura accreditati garantiscono la riferibilità degli strumenti utilizzati per l’esecuzione delle misure. Diversi sono i laboratori che tarano gli strumenti di misura impiegati per la valutazione dell’efficienza energetica dei prodotti per le misure che interessano le svariate grandezze impattanti su confort termico e su registrazione dei consumi tra cui, temperature, umidità, grandezze elettriche, potenza termica, energia elettrica.
L’impatto dell’accreditamento nella produzione dei materiali di riferimento permette infatti di ottenere risultati di misura riferibili al sistema internazionale o a campioni riconosciuti a livello internazionale, migliorando la qualità dei servizi in settori come la chimica e biologia. L’utilizzo dei materiali di riferimento certificati è richiesto nella taratura degli strumenti utilizzati per i rilievi delle emissioni di gas e per le qualifiche energetiche degli edifici. Un esempio di applicazione dei materiali di riferimento nell’ambito della città è quello su cui si sta lavorando nel progetto “Pavement Surface characterisation for smart and efficient road lighting – SURFACE”, programma europeo di ricerca in metrologia, che mira a diminuire il rischio di incidenti stradali assicurando una migliore visibilità notturna sulle strade e autostrade, riducendo il rischio di incidenti e limitando i consumi energetici.
Fonte: Accredia